Indubbiamente nel xx secolo l’essere umano vive in simbiosi con tutto ciò che è elettronico. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che molte persone non potrebbero più fare a meno dei loro smartphone/tablet ma soprattutto del loro PC.


Questo fantastico apparecchio ci permette innumerevoli possibilità di impieghi:

  • nel mondo del lavoro ci semplifica le operazioni, soprattutto quelle a

    livello gestionale

  • nella vita quotidiana ci permette correlazionarci con il mondo presente in

    rete mettendoci in contatto con le altre persone oppure lo utilizziamo per la nostrasemplice conoscenza.

Questo surreale congegno comincia ora a fare paura, forse aveva visto bene Stanley Kubrick in “2001 Odissea nello Spazio” dove la macchina HAL9000 prende il sopravvento sull’Uomo, non con una sua capacità di ragionamento, ma con la possibilità di modificare il nostro, rendendo irreale la visione della vita quotidiana.

Sempre più frequentemente arrivano notizie su patologie dovute ad un eccessivo uso del PC già ad età adolescenziale, inoltre da mie esperienze personali non dirette ne ho trovato riscontro:

  • ragazzi che passano intere giornate incollati al monitor a giocare, non rendendosi conto del mondo che c’è al di fuori della propria stanza

  • persone talmente ossessionate dai giochi di ruolo dal finire con l’estraniarsi completamente da amici e dagli affetti più cari, chiudendosi in una bolla, il cui esterno passa in secondo piano, con la problematica di non rendersene conto.

Dicendo questo non alludo solo ai giovani, ma molto più spesso di quanto si possa immaginare, rientrano in queste categorie, adulti con ruoli di responsabilità.

Recenti studi hanno dimostrato che chi fa uso di realtà virtuali con giochi sulla guida, al lato pratico sviluppa una maggiore prontezza di riflessi, ma dall’altro acquisisce una scarsa percezione del rischio, tutto questo se portato su strada implica rischi per se stessi e per gli altri.

Ulteriore conferma arriva dal mondo professionale della formula 1 in cui i piloti malgrado il progresso dei simulatori di guida che possono permettere dei set up sul mezzo, al momento della prova su pista non ne riscontrano i benefici sperati.

La problematica di queste patologie sta nell’inconsapevolezza dei soggetti a rendersi conto dell’assuefazione raggiunta e della gestualità acquisita simile a dei Tik, che osservati da altre persone non passano inosservati.

Al giorno d’oggi si sente sempre più parlare di centri per la disintossicazione di queste persone, paragonati ormai a drogati o ad alcolizzati, ma della rete. Paragonati forse non ingiustamente visto che la chiusura in se stessi è molto simile, e la visione allucinogena o irreale ne preclude un’esperienza reale e di sicura forgiatura dell’esperienza e nel contatto umano.


Con quanto scritto non voglio demonizzare l’uso del PC ma far capire che l’innovazione non ci deve far perdere di vista che esiste un mondo fatto di cose reali, dove per comunicare non bisogna necessariamente guardare un monitor, ma molto più semplicemente, gli occhi di un’ altra persona.