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Il mondo della sicurezza informatica si sta evolvendo a ritmo sostenuto, così come sta crescendo esponenzialmente la richiesta di esperti in questo settore. Tra qualche anno i cosiddetti Millennials, ossia i ragazzi nati tra il 1980 e il 2000, sostituiranno a pieno regime la generazione precedente nei ruoli di comando, anche per quanto riguarda il settore informatico. Ma come se la caveranno nel gestire posizioni lavorative legate alla cybersecurity?

Da una ricerca dell’ESET, azienda specializzata in sicurezza informatica, emerge che i giovani sono più interessati a sviluppare la tecnologia del futuro piuttosto che a proteggere quella attuale. Eppure le statistiche dimostrano che la richiesta di manodopera nel settore della sicurezza informatica sta crescendo 3.5 volte più velocemente rispetto a quella nel mercato IT, e 12 volte più velocemente rispetto a quella nel mercato del lavoro generale.

 

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I recenti attacchi informatici che hanno colpito piccole e medie imprese dimostrano come sia sempre più importante proteggere i propri dati e le informazioni sensibili, al fine di evitare grosse perdite. Si è calcolato che gli attacchi informatici nel corso del 2016 hanno causato alle imprese italiane danni per 9 miliardi di euro. Ultimamente le aziende si sono trovate a dover fronteggiare l’ultimo arrivato, il malware WannaCry, perché sprovviste di un qualunque sistema di protezione dei dati. Per questo gli esperti in cybersicurezza saranno figure sempre più indispensabili e richieste.

Secondo un recente studio del Centro per la Sicurezza Informatica e l’Educazione (CCE), la forza lavoro nel settore della sicurezza informatica diventerà sempre più diversificata, sia dal punto di vista della provenienza che del genere. Il 78% degli attuali lavoratori nella cybersecurity è infatti di origine caucasica, mentre per i Millennials questa percentuale scenderà al 65%. Inoltre anche la differenza tra impiegati di sesso maschile e femminile tenderà ad appianarsi: fino al 2015 le donne hanno occupato solo una posizione su 10 nel settore della sicurezza informatica, ma attualmente le donne rappresentano più della metà della popolazione e dell’attuale forza lavoro.

 

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Secondo lo studio del CCE, i Millennials sono più positivi e aperti al cambiamento rispetto ai predecessori: il 58% è sono ottimisti rispetto alla ripresa di un’azienda ad un anno da una violazione e sono più propensi a cambiare volontariamente tipo di lavoro, non a causa della scarsa soddisfazione del loro impiego ma per ottenere maggiori vantaggi professionali.

Appare chiaro che il settore della cybersecurity è in mutamento, ma ancora non si sa esattamente quale sarà la sua evoluzione: certo è che il 37% dei giovani adulti oggi considera più appetibile una carriera nella sicurezza informatica rispetto a un anno fa. Tuttavia il gap sulle conoscenze informatiche è ancora da colmare: sarà la nuova sfida dei Millennials che vorranno cimentarsi in questo settore.