Eccomi di nuovo qui a scrivere di una questione che mi sta particolarmente a cuore: “LA DISCRIMINZAZIONE DELLA DONNA NEL MONDO INFORMATICO”.

A quante di voi è capitato di sentirsi dire: “le donne non sanno niente di tecnologia”.

E voi maschietti, in quanti avete detto: “Io di tecnologia non parlo con le donne”.

Io purtroppo continuo a sentirle queste frasi e non solo nella vita privata ma anche durante l’orario di lavoro dove non solo sento commenti poco felici ma vedo volti quasi inorriditi dal fatto stesso che a parlare con loro di determinati argomenti sia una persona del così detto gentil sesso.

Ma partiamo da come è nato questo mio blog/sfogo:

circa 5 anni fa è iniziato il mio inserimento nel fantastico mondo chiamato Informatica, meraviglioso fino a quando non sono entrata nei meccanismi perversi della mente umana.

Come molti studenti universitari per pagarmi gli studi ho preso la decisione di racimolare qualche soldo lavorando come promoter presso negozi di distribuzione di elettronica di consumo. Ed è qui che ho imparato che per una donna è molto più faticoso farsi accettare in alcuni settori prettamente maschili.

Vado bene per cucinare, per lavare i panni, per pulire la casa ma quando poi si tratta di poter o dover parlare di argomenti definiamoli “maschili” allora cambia tutto, divento un essere insensibile solo per il fatto che vado ad intaccare lo spazio che fino a poco tempo fa era solo per i maschietti.

Dopo tutto questo tempo avrei dovuto imparare a non prendermela per gente così poco intelligente, e invece no ogni volta mi arrabbio e mi sento inadeguata come se fosse la prima volta. Ogni volta mi ripeto che sono loro che ci perdono ma puntualmente chi ci rimane male sono solo io. La sola cosa che mi tira su di morale è sapere che chi mi conosce sa quanto valgo e cosa (anche in maniera ridotta) posso offrire. In questi anni ho imparato molto dai miei colleghi che molto disponibili mi hanno aiutato a capire determinate cose che prima non sapevo.

Ho chiesto, ascoltato e ogni volta che qualcuno mi chiedeva di un argomento di cui non sapevo rispondere andavo a ricercare su internet le risposte per non essere impreparata la volta successiva, ma secondo voi tutto questo è servito? Direi proprio di no, e non perchè a una domanda non so rispondere ma semplicemente perchè quella domanda non mi viene neanche posta, e già ricordate son una donna….

 

Devo ammettere che però non sono tutti così, esistono persone che apprezzano il mio impegno e il mio lavoro, lo rispettano e di conseguenza rispettano me come persona; in questi anni poi mi sono presa tante piccole rivincite e soddisfazioni.

Ma veniamo ad esempi così da farvi capire il mio stato d’animo in alcuni episodi:

– cliente “Scusi come faccio a montare questa telecamera al muro riprendendo da questa angolazione?”

– io “Beh la può regolare con queste viti”

nel frattempo nella sala entra un uomo che chiede “posso esserle di aiuto”

– cliente “si come faccio a montare questa telecamera al muro riprendendo da questa angolazione?”

– risposta “la può regolare con queste viti”

(ma non era la mia stessa risposta?!?!?)

– cliente “meno male che c’è un uomo”

Meno male che c’è un uomo?!?!? Perchè io che ti avevo risposto???? Di girare il muro???? No ma dico….

– io “Scusi posso aiutarla?”

– cliente “no preferirei parlare con un uomo, sa per alcune cose sono del vecchio stampo”

Cosa vuol dire del vecchio stampo, siamo nel 2013…alcune donne hanno fatto la storia…si informi meglio, conosce per caso Marie Curie (nobel per la chimica e per la fisica), Rita Levi di Montalcini (nobel per la medicina) etc anche loro discriminate per via del loro sesso nelle loro discipline ma non meno intelligenti visto i grandi risultati ottenuti…Ma la cosa sconvolgente è scoprire che la domanda a cui io non potevo rispondere era se su un pc fosse installato Windows 7 o 8, e già domanda terrificante, mi sarei messa le mani nei capelli per la disperazione di non riuscire a rispondere….ma per favore…

 

In fiera si avvicina un cliente per chiedere informazioni: il mio collega gli dice di rivolgersi a me, allora comincio a spiegargli le cose che aveva chiesto e lui invece di guardarmi e chiedere/rispondere a me continua a guardare il mio collega, quindi immaginate la scena surreale, io parlo al cliente e lui invece risponde al mio collega cercando in lui risposte che invece continuava a sentire da me, e tutto questo è andato avanti per 10 minuti…la sua faccia diceva tutto…inorridito dal fatto che a rispondergli fossi io e non il mio collega….ah ah ah

Questi sono alcuni esempi, tra l’altro quelli meno offensivi, perchè purtroppo al mondo esistono anche persone che non conoscendo la civiltà cominciano ad offendere anche in modo pesante, ma questi sono solo personaggi cafoni a cui non dedicherò un’altra parola.

Dopo questo sfogo però devo anche (purtroppo direi) ringraziare queste persone perchè è anche grazie a loro che sono cresciuta così tanto in questo ambito, perchè è grazie a loro se mi sono intestardita a voler imparare, conoscere sempre di più per non farmi mai trovare impreparata. Quindi a voi tutti che pensate di avermi umiliata con le vostre risposte e i vostri atteggiamenti maschilisti dico: GRAZIE!

Detto questo lasciateci provare, potremmo sbagliare a volte ma chi non lo fa, sbagliare purtroppo può capitare se si sta lavorando, ci permette di capire meglio e migliorarci, chi pensa di non farlo mai purtroppo commette l’errore più grande, quello di pensare che si è giunti alla conclusione, invece tutto può essere perfezionato come tra l’altro ci insegna la storia.

Fra