Da buon nerd quale sono, da piccolo guardavo Star Trek. E ho sempre pensato che la tecnologia futuristica più geniale della famosa serie non fosse il motore a curvatura o il teletrasporto, ma il replicatore.
 
Il replicatore, nato dalla fervida immaginazione di Gene Roddenberry, creatore della serie, permette di convertire energia in materia e viceversa, creando così oggetti, cibi, vestiti e altro a partire da un “progetto” nella memoria del computer. Inoltre può riciclare qualsiasi cosa, riconvertendolo in energia.
 
Mi sembra quindi di vivere un po’ più vicino al mondo di Star Trek quando leggo articoli come questo:
 

La stampa 3D negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, partendo dalla stampa di oggetti polimerici semplici (come una tazza o un piatto), per arrivare poi a circuiti stampati e adesso anche cibo. Certo, tra le stampanti 3D e un replicatore c’è ancora parecchia strada da fare, ma direi che è un buon inizio!

Come sempre, la tecnologia continuerà a migliorarsi e perfezionarsi. Sono già disponibili stampanti 3D da ufficio e molto presto cominceranno ad entrare nelle case. Costano ancora molto, ma il prezzo scende ogni giorno. La rivoluzione è dunque alle porte: immaginate di poter stampare un componente rotto del vostro pc, un pezzo di ricambio per un elettrodomestico o per il motore della vostra auto. Potrete farlo a casa vostra, in poco tempo e ad un costo estremamente ridotto.

Ovviamente questo comporta un serio problema per tutta l’economia mondiale. A cosa servono le fabbriche quando posso stamparmi quello che voglio a casa mia solo a partire da un progetto digitale? E chi me lo fa fare di comprare il modello “originale” quando posso scaricarlo piratato da PirateBay e affini?

E’ indubbio che l’avvento delle stampanti 3D “casalinghe” sconvolgerà tutte le dinamiche economiche e sociali che sono consolidate da decenni. Migliaia di aziende falliranno, milioni di persone probabilmente perderanno il lavoro. Sempre più aziende riusciranno a fornire prodotti a costi bassissimi ed a “distribuirle” in tutto il mondo senza mai spostarsi dall’ufficio, senza mai spedire niente. Niente autoarticolati, niente navi cargo. Niente costi di spedizione, solo un’e-mail.

Ogni tanto però siamo anche noi esseri umani ad avere bisogno di “pezzi di ricambio” e ancora una volta le stampanti 3D vengono in nostro aiuto:

“Il bambino che respira…grazie a una stampante 3D” — Panorama.it

Polimeri biodegradabili e ipoallergenici per sostituire pezzi rotti. Geniale! Certo, non si può ancora replicare un organo, ma pensate a tutte le protesi alle anche o alle ginocchia. Per non parlare di dentiere e capsule.

Il futuro è veramente dietro l’angolo e grandi cambiamenti sono in arrivo. Tenetevi forte!